Gli elementi lessicali dialettali sono stati scritti seguendo le norme dell'ortografia ideata da Arturo Genre e impiegata dall'Atlante Toponomastico del Piemonte Montano. È facile prenderci confidenza: ecco come fare.
Alle lettere è generalmente assegnato il valore fonematico che esse hanno in italiano: a del piemontese si legge come la a italiana, b si legge come la b, eccetera. Tuttavia, vi sono dei suoni peculiari del piemontese che sono stati notati in modo diverso:
VOCALI
ë : come e del francese je;
j : come i dell'italiano ieri;
ö : come eu del francese deux;
ü : come u del francese lune;
w : come u dell'italiano uovo.
L'accento indica la vocale tonica e, nel caso di e, anche l'apertura (è) o la chiusura (é) del suono. Nelle parole prive di accento la vocale tonica è quella della penultima o dell'ultima sillaba, a seconda che la parola termini in vocale o, rispettivamente, in consonante.
CONSONANTI
-cc : in posizione finale, come c dell'italiano cena;
-ch : in posizione finale, come c dell'italiano cane;
dz : come z dell'italiano zero;
-gg : in posizione finale, come g dell'italiano gelo;
-n, n- : in posizione intervocalica (seguita da un trattino), in posizione finale oppure davanti a s e z, come n dell'italiano ancora;
s : come s dell'italiano sole, in tutte le posizioni;
sc(i) : come sc dell'italiano scena;
ts : come z dell'italiano tizio;
z : come s dell'italiano rosa, in tutte le posizioni;
zg(i) : come j del francese jeune.
Per indicare la maggior durata delle consonanti indicate con digrammi, si reduplica solo il primo elemento.