Il percorso

L'itinerario proposto è un percorso ad anello, della lunghezza di 11 km, che si snoda nella parte del territorio lessonese a maggior vocazione vitivinicola.
Le tappe del cammino sono scandite dai nomi di luogo dialettali, segni dell'antico legame che unisce la comunità al suo territorio.

la mappa

Dati tecnici:

Difficoltà: T (Turisti); dog friendly!

Località di partenza: Parco delle Cicogne

Quota di partenza: 330 m

Quota massima: 361 m

Dislivello salita totale: 110 m

Lunghezza percorso: 11 km

Tempi percorrenza: 2 h 30’

Periodo consigliato: tutto l’anno

Strutture di ristorazione: Ristorante Malvarosa, Locanda della Stazione, Circolo A.R.C.I. Castello, Circolo Ricreativo A.P.S. Crosa

Agriturismi con ristorazione: La Prevostura, Cascina Donda

Bar: Gelateria Dolce Vita, Bar La Piazzetta, Circolo Lessona

Strutture di pernottamento: Alberghi: Locanda della Stazione; B&B: CasAda, Cascina Mondella, La Colombera, Nebbialuce; Airbnb House: Casa Francesca

Cartografia supplementare: Provincia di Biella, Carta dei sentieri. Foglio 4: Il biellese centro-orientale, scala 1: 25.000.


I toponimi e le parole dialettali sono stati trascritti seguendo le norme ortografiche previste dall'Atlante Toponomastico del Piemonte Montano per le inchieste in area piemontese. Per una corretta lettura si rimanda alle Avvertenze.

Istruzioni: Dal Parco delle Cicogne imboccare Viale Piemonte; raggiunta la rotonda girare a destra su via Roma. Raggiunto San Péro, girare a destra, su via XI Febbraio, fiancheggiando la Malvarosa, sede dell'Enoteca Regionale del Biellese e della Serra. Da qui dirigersi verso il Cumün, prendendo il Vialun; proseguire verso destra: passando davanti alla Géza, imboccare la Stra da Mort. Al termine del sentiero, si troverà il palazzo Sella, che domina lo Tsöp, sulla destra e, di fronte, San Basc-cian. Proseguire costeggiando lo Tsöp, raggiungendo la zona residenziale della Rivasscia. Si gira poi a sinistra sulla la Stra 'd Masran, e di nuovo a sinistra, per attraversare prima la borgata di Curnà e poi Castèl. In questa seconda borgata si incontrano la cappella di San Gran e Ca da Sperin, sito dell'antico castello di Lessona. Raggiunta Ca da Sperin girare a destra, fino a incontrare nuovamente la Stra 'd Masran; attraversarla ed entrare nei Cios. Prendere la strada sterrata alla sinistra del vigneto e proseguire a mezza costa, nel verde del bosco, per poi risalire nei pressi della Mèrca. Avanzare lungo il crinale della collina, fino a scendere nella valle dell’Üsterlin; il tracciato oltrepassa il fiume su un ponticello, per poi risalire sul versante opposto, lungo la Stra ’d l’Üstèrla, fino a raggiungere San Vénts. Proseguire sulla strada sterrata, fino a incontrare la Prëvustüra e alcune delle zone vitate del paese: la Rava, sulla destra, caratterizzata dalla tèra vulpinn-a (un terreno rossiccio e friabile); la Gabarda, poco oltre sulla sinistra, da cui si gode di una magnifica vista su Masserano. Sulla sinistra, superata la Gabarda, si stacca il tracciato della Stra dal Cüchìe.


Dalla Prëvustüra seguire le indicazioni del Sentiero della Lepre: scendere nella Val e, arrivati lungo la Stra ’d la Val, girare a destra. Dal fondo valle si possono ammirare i vigneti sulla cima del versante collinare di destra (la Badinn-a) e su quello di sinistra (an Cügnalunch). Raggiunta l’area pic-nic, continuando lungo il tracciato del Sentiero della Lepre si sale al Munt, costeggiando sulla sinistra il Brich dal Munt e trovando di fronte Villa Corinna. Raggiunta la villa, girare a sinistra.


Attraversare prima Ca dal Printse e poi Ca ’d Loddo, passando davanti a San Roch. Proseguire sulla strada asfaltata, prestando attenzione ai vigneti di Munfalcun, sulla sinistra. Davanti a noi si erge la Cu-à, un caratteristico rilievo vitato nella sua parte sommitale. Imboccare la Stra ’d Masran, girando a sinistra e lasciando sulla destra prima le case di Curnà, poi quelle più recenti della Rivasscia, fino a fiancheggiare, sulla destra, il Campusanto. Alle spalle del cimitero, si estende la parte vitata del Gaia. Continuare sulla Stra ’d Masran, fino a raggiungere nuovamente il Parco delle Cicogne, completando così l’anello.

i luoghi lungo il percorso

Partenza e arrivo: Parco delle Cicogne

Il Parco venne realizzato dall’Amministrazione comunale nel 1993 con l’obiettivo di costruire un grande spazio verde di svago e di gioco al centro del Paese laddove i prati e le vigne, rimaste marginali al grande sviluppo urbanistico degli anni Ottanta del Novecento, erano state abbandonate e divenute incolte. Il parco venne chiamato delle Cicogne perché realizzato ai sensi della legge Rutelli n° 13 del 29 gennaio 1992 che chiedeva ai Comuni di porre a dimora un albero nel territorio comunale per ogni neonato.

San Péro

Fondato nella seconda metà del Seicento e appartenuto nel secolo successivo al Santuario di Oropa, l’oratorio di San Pietro esibisce uno splendido cortile con fontana, conservatosi attraverso i secoli e i vari passaggi di proprietà.

la Véggia Cuperativa (Malvarosa)

Il toponimo richiama la storia dell'edificio: anticamente infatti ospitò la Cooperativa Agricola di Lessona, una delle più antiche associazioni cooperative del territorio. Oggi l'edificio è denominato anche Malvarosa, per l'attività ristorativa che ospita.L'edificio sorge poco distante da San Péro, a valle del Cümün e della Géza.

la Piann-a e Ca du Léria

la Piann-a, dal significato trasparente ('la pianura'), indica la zona vitata a ovest del Cümün. In testa ai vigneti sorge Ca du Léria, dal cognome di una nobile famiglia che vi abitava.

al Cümün e la Géza

Comune e chiesa sorgono a poca distanza l'uno dall'altro, nel capoluogo di Lessona.

Il comune fu costruito in epoca fascista, seguendo lo stile architettonico dell’epoca. Si dice che la sua caratteristica torre sia stata aggiunta al progetto originario su consiglio perentorio di Venanzio Sella. La nuova sede fu inaugurata l’8 aprile del 1939; precedentemente il municipio si trovava in un edificio di fronte alla Géza.

La chiesa parrocchiale, dedicata a San Lorenzo, ha origini assai remote, probabilmente precedenti al Mille: lo stesso santo patrono, il martire romano Lorenzo, è indizio dell’antichità del culto. L’attuale edificio, eretto nel Settecento, è la ricostruzione di uno più antico, risalente al XV secolo, epoca di edificazione del campanile.

la Stra da Mort

È un sentiero che collega la Géza e San Basc-cian. Il suo nome, la strada della morte, si deve al fatto che era percorso dai cortei funebri provenienti da Torto (la zona a est del Préji) e diretti al cimitero comunale, nei pressi della Géza. Il tracciato è stato valorizzato dal Comune acciottolando la sezione che da San Basc-cian scende al fondovalle.

San Basc-cian

Oratorio dedicato a San Sebastiano che sorge ai piedi dello Tsöp. Di origine quattrocentesca, è uno dei più antichi oratori di Lessona.

al Tsöp

Ameno colle situato a est del capoluogo, sul quale svettano i cipressi che dominano dal paese. Qui la viticoltura è attestata fin dal XV secolo, come risulta da una testimonianza scritta del 1436, in cui è citata la vigna detta dello Zoppo: la prima attestazione della presenza di un vigneto a Lessona.

Palazzo Sella

Sulla parte sommitale dello Tsöp sorge l’antica villa fatta costruire da Giovanni Giacomo Antonio Sella nel 1834 su progetto del canonico Serratrice: una delle numerose dimore signorili di campagna di Lessona in cui è scritta la storia della viticoltura locale. Qui Venanzio Sella accolse Mario Soldati durante la raccolta delle interviste che confluirono in Vino al Vino (primo viaggio, primavera 1968).

ën Curnà

Il toponimo deriva da Cornale, cognome dei primi abitanti della zona. Si tratta di una borgata molto antica che sorge a valle di Castèl.

Ca dal Quario (Cascina Mondella)

Grande e antica cascina all'ingresso di Castèl. Oggi ospita un B&B.
Al nome popolare,
Ca dal Quario, legato alla storia novecentesca dell'edificio, si affianca quello storico di Cascina Mondella, recuperato dai proprietari. Il nome deriva da una nobile famiglia biellese, di cui è attestata la presenza a Lessona già nel XVII secolo. Nel 1776 venne edificato l'ampio cascinale che oggi ospita il B&B. Ai Mondella si succedettero, come proprietari, i Ferrero Fieschi della Marmora, principi di Masserano, che ne conservarono la proprietà fino alla fine del XIX secolo.

Castèl

Borgata che si sviluppa a sud del Préji. L’origine del castello è antica: documenti del Trecento attestano l’esistenza di un castrum Lexone, successivamente citato come receptus. Nel novembre 1526 il Conte Filippo Tornielli di Briona, capitano imperiale, alla testa di un esercito di tremila soldati dotati di quattro cannoni, varcò il Sesia ed entrò nel Biellese per vendicarsi di una spedizione militare franco-biellese del settembre 1522 che aveva portato danni e distruzioni nei suoi feudi. Dal quartier generale, nel Castello di Buronzo, da dove il Conte minacciava di assediare e distruggere Biella, partirono alcune spedizioni militari, una delle quali attaccò Lessona. I cannoni che già avevano spianato pietra su pietra il Castello di Greggio si accanirono sulle quattro torri e sui bastioni del castello, condannandolo alla prima distruzione (almeno di quelle documentate); altre ne seguirono nei secoli.

San Gran

Cappella dedicata a San Grato che sorge a Castèl. Tradizionalmente, San Grato era invocato dagli agricoltori per scongiurare la tampèsta (la grandine); nella cappella è conservato un affresco che raffigura il santo intento a incanalare una scarica di grandine in un pozzo.

la Mèrca

In un atto di vendita seicentesco il luogo è definito «massaritio detto la Marca» pertanto è possibile che il toponimo risalga al piemontese marca ‘segno’, forse per l'antica presenza di un cippo viario.

Si tratta di un vasto cascinale che sorge sul rilievo che separa la valle attraversata dall’Üsterlin da quella percorsa dall’Üstèrla, circondato dai terreni di pertinenza. Fu di proprietà dei principi Ferrero Fieschi di Masserano, che lo vendettero al monastero di Santa Caterina di Biella verso la metà del XVII secolo. Fu poi riacquistato un ventennio dopo dalla principessa Francesca Maria Cristina di Simiana, moglie di Francesco Ludovico Ferrero Fieschi, ed eletto a sua residenza di campagna: per questa ragione su alcune carte è indicata come Villa Simiana. Nella prima metà dell’Ottocento la villa divenne proprietà della famiglia Marocchetti. Come altre residenze signorili lessonesi, fu un’importante azienda agricola e vitivinicola; solo la Mèrca però conserva uno dei più bei cicli di affreschi del Biellese.


San Vénts

Cappella dedicata a San Gaudenzio, che sorge lungo la strada che collega il Munt e la Prëvustüra. È stata la prima chiesa di Lessona e risale all’XI secolo; in seguito divenne rettoria. All’interno sono stati recentemente recuperati degli affreschi risalenti al Duecento, mentre sulla facciata meridionale è rimasto il noto affresco di San Cristoforo che accoglie i viandanti in arrivo lungo uno dei tratti della Via Lexonasca. Alla chiesa si legano due antiche consuetudini: la processione che collegava la chiesa parrocchiale e la rettoria, avviata nel 1636, e la benedizione delle campagne circostanti.

la Rava

Il nome, forse connesso etimologicamente con rapa, designa la zona a sud di San Vénts, che oggi, come un tempo, è vitata. Il terreno ha un colorito rossastro per la presenza della tipica tera vulpinn-a ('terra volpina') così chiamata per il suo colore o perché, essendo friabile, le volpi vi scavano volentieri le loro tane.

la Gabarda

Il toponimo indica una cascina, i terreni circostanti e la vigna situati nei pressi della Rava. Nel vigneto, al capo del filare, si può notare la presenza di rose, impiegate come "piante sentinella": la rosa è soggetta all'attacco di parassiti e malattie prima della vite, consentendo un intervento tempestivo a salvaguardia dei filari. In passato la zona ospitava solo boschi e prati, a eccezione degli appezzamenti in piano in cui si trova la cascina, che erano coltivati a viti.

Il nome fa parte di un gruppo di toponimi lessonesi (Gabarda, Gabardina, Gabardiel, Gabbe) collegabili alla voce latina *CAVEA ‘gabbia’, ‘luogo cintato’. Nel catasto settecentesco 'gabbio' corrisponde a circa 24 giornate di terreno, e il termine identifica zone con piantagioni di alberi a filare, senza indicazioni sulla loro specie.

la Stra dal Cüchìe

Strada sterrata che collega la Badinn-a e l'Üstèrla, passando per il Gabardin. Letteralmente significa la strada delle conchiglie, perché lungo le pareti sabbiose che a tratti delimitano la strada affiorano diverse conchiglie fossili. Sono tracce della presenza di antichi fondali marini e sabbie ferrose, che donano alla terra un caratteristico colore rossiccio, da cui il nome téra vulpinn-a ('terra volpina'). Questo tipo di terreno, che contraddistingue molte vigne di Lessona, conferisce caratteristiche peculiari alle viti, alle uve e al vino.

la Prëvustüra

Il nome identifica l’ultima parte del promontorio delimitato dai corsi dell’Urià ’d la Val e dell’Üstèrla; vi sorgeva un'antica cascina che ospitava numerose famiglie circondata dai terreni di pertinenza, tenuti per lo più a vigneto. Oggi, grazie ad un particolare intervento urbanistico comunale del 1997, dedicato al recupero del paesaggio rurale ed al reimpianto delle vigne in Lessona, rivive un’azienda agrituristica che, con altre, ha riportato le vigne in questi ed altri luoghi. Qui i filari ricevono sole dal mattino per la particolare esposizione solare e la conformazione dei terreni.
La motivazione del nome è incerta: potrebberiferirsi a possedimenti settecenteschi della Prepositura di Masserano oppure ad altri del Santuario d’Oropa nella zona della
Badinn-a. La località è nota anche con il nome di sal Möt, che in biellese vale 'sul rilievo' e ben fotografa la morfologia della zona denominata.

la Badinn-a

Forse è esito di ABBATIA 'abbazia', con cui si indicavano i beni di proprietà monastica.
Falsopiano che digrada verso la
Val, sul quale sorgono due cascine. Alcuni appezzamenti sono coltivati (si notano una vigna e una coltivazione di piccoli frutti); altri, invece, sono incolti. Il ripiano è circondato da un bosco in cui prevalgono le querce.

al Munt

Il toponimo individua un gruppo di case situato tra Ca dal Printse e San Vénts e i vigneti che circondano le abitazioni.

Villa Corinna

Villa che sorge al Munt; deve il suo nome a Corinna Beglia, moglie di Felice Avogadro di Quinto, aiutante generale di campo del re Umberto I di Savoia, che ne fu proprietaria tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. All'epoca della contessa Corinna fu una grande azienda vitivinicola; la maggior parte delle vigne di pertinenza sorgevano a nord e a sud dell'edificio.

Ca dal Printse

Borgata che si incontra a est di Ca 'd Loddo, arroccata su un rilievo a sinistra della strada che conduce al Munt. Il toponimo probabilmente deriva da un soprannome.

Ca 'd Loddo

Gruppo di case nei pressi di San Roch. Un tempo vi era soltanto una cascina. Il toponimo, già attestato nel Settecento, pare derivare da un cognome.

San Roch

Oratorio dedicato a San Rocco, risalente al XVI secolo; sorge a poca distanza da Ca 'd Loddo, al bivio per il Cantun da l'Aua.

Munfalcun

Il toponimo individua un poggio vitato dotato di una buona esposizione; si trova lungo la strada che raggiunge San Vénts, sulla sinistra dopo aver oltrepassato San Roch.

la Cu-à

Il nome è interpretato popolarmente come “la covata”, ma forse, considerando la morfologia del territorio, conviene, al pari di altri nomi di luogo (Quassolo, Coassolo, ecc.), collegarlo al lat. COVUM '(luogo) cavo', plurale COVA.
Il toponimo si riferisce a un pendio che si estende da
Castèl fino a Curnà; è prevalentemente boscoso, a parte un piccolo poggio vitato.

al Gaia

Il toponimo individua un pendio vitato, situato di fronte allo Tsöp; nella parte più bassa sorge il cimitero, talvolta identificato con lo stesso nome Gaia per motivi tabuistici. Nei catasti settecenteschi la zona pare divisa in due parti: Valle del Gaia e Prato del Gaia o del Gaglia, dove attualmente sorge il camposanto. Sulla base di queste attestazioni si può ipotizzare che all'origine del toponimo vi sia un cognome.